Tributo a Wes, Simone Basile si racconta #intervista
Il 6 Marzo uscirà in distribuzione digitale per la Emme Record Label il secondo Album di Simone Basile “Wes or no, a Tribute to Wes Montgomery”. Il chitarrista di Indianapolis, vera leggenda della storia del Jazz, avrebbe compiuto 98 anni se non fosse deceduto per un attacco di cuore alla giovane età di 45 anni. Ne abbiamo approfittato per fare qualche domanda a Simone, in attesa di ascoltare il suo Tributo a Wes.
Caro Simone, a distanza di pochi giorni dalla release “Wes or no, a Tribute to Wes Montgomery” vuoi raccontarci quanto Wes ha influenzato il tuo approccio alla chitarra?
Wes è stato fondamentale per la mia formazione musicale, cosi tanto da aver scritto una tesi sul suo approccio all’improvvisazione per la laurea di II livello in conservatorio. Mi ha accompagnato negli anni durante il mio percorso musicale e mi ha aiutato a capire molto sul suono e sull’importanza di questo elemento come base su cui costruire la propria personalità artistica (la sua tecnica della mano destra col pollice è unica!). Nonostante la mia ammirazione infinita nei confronti di questo artista, ho cercato sempre di non imitarlo in tutto, ma di assimilarne i caratteri principali e farli miei, rielaborandoli e utilizzandoli per costruire solide le basidel mio linguaggio musicale.
Dopo il tuo precedente album “Time” un nuovo progetto in Trio. Sembrerebbe proprio che questa formazione rappresenti il tuo ideale artistico. Giusto?
Si, dopo Time ho voluto scavare ancor di più nel trio, una formazione che amo, perché a mio parere permette di esprimere al meglio la propria personalità a livello musicale rendendo chiara l’idea, a chi ascolta, di chi si è in musica e a dove si vuole arrivare, il messaggio che si vuole trasmettere. È una formazione che ti mette a nudo davanti al pubblico, ce solo una cosa da fare…suonare!
Suonare in Hammond Trio è così differente rispetto ad una formazione con una ritmica costituita da batteria e contrabbasso?
L’approccio alla musica chiaramente cambia. Il contrabbasso viene sostituito dall’hammond e la sonorità del trio base viene stravolta dai suoi registri. Il supporto armonico dall’hammond è notevole e Manrico Seghi credo sia uno dei migliori in Italia a suonare questo strumento cosi complesso. Io, Manrico e Giovanni Paolo Liguori suoniamo ormai da diversi anni insieme e la passione comune per Wes ci ha uniti in questo disco. Durante questi anni abbiamo suonato tanto e limato pian piano le sonorità di questo trio, facendolo nostro e spero che nel disco questa cosa si senta.
Hai utilizzato una chitarra differente rispetto al precedente “Time”, il tuo suono sembrerebbe ad un primo ascolto più elettrico e spinto. Parlacene un po.
Riallacciandomi alla risposta precedente dico si, ho volutamente cambiato chitarra (sempre costruita da mio padre) per avere un suono più elettrico e meno “cool” di Time, proprio per dare una mia interpretazione al repertorio di Wes, che sento energico, un flusso di emozioni. Questo suono a tratti “sporco” mi ha aiutato molto a far uscire da dentro di me questa anima un po’ Wes, un po’ blues.
Ringraziando Simone per la disponibilità, e in attesa ancora qualche giorno di poter ascoltare il suo “Wes or no, a Tribute to Wes Montgomery”, vi proponiamo la Live Session di S.O.S. con:
Simone Basile (Guitar), Manrico Seghi (Hammond), Giovanni Paolo Liguori (Drums)