Il rock che si fonde con la psichedelia, con il contemporany jazz e con un linguaggio minimale mantenendo un grande senso melodico. Il tutto con l’uso sapiente di un’elettronica mai eccessiva offrendo un valore aggiunto alla composizione e al sound di una band ormai rodata nel tempo. Questa commistione di stili, che mette al centro il ruolo importante del groove, è presente nel nuovo disco del trio Butterfly intitolato Hit in uscita sabato 4 maggio per l’etichetta Emme Record label. Una formazione eclettica composta da Bruno Marinucci alla chitarra, Pierpaolo Ranieri al basso e all’elettronica, e Marco Rovinelli alla batteria, che ha dato vita a un lavoro nuovo, originale e unico. Non a caso parliamo di un progetto dalle radici ben salde che parte da una collaborazione maturata nel tempo tra musicisti dal diverso background uniti da un percorso aperto a nuovi orizzonti. Butterfly è infatti un trio strumentale in cui si fondono, sia a livello compositivo che improvvisativo, i diversi stili che i tre membri della band hanno attraversato nelle loro esperienze lavorative. Durante la pandemia il trio ha sviluppato nuove idee e, viste le circostanze del periodo, ognuno ha lavorato nel proprio studio. La produzione musicale si è quindi prolungata fino al 2023, portando alla luce un album più articolato e complesso dei due precedenti. Alla base infatti c’è un grande lavoro di produzione e post produzione caratterizzato da un maggiore utilizzo dell’elettronica e da sovraincisioni degli stessi strumenti.
Tra i principali brani del disco, Artemisio è quello che apre l’album ed è caratterizzato da un groove di batteria funk incalzante, un riff di basso ossessivo associato all’utilizzo dei synth bass e un riff di chitarra decisamente evocativo. Dopo l’esposizione del tema il brano sfocia in un solo noise di chitarra prima di tornare al tema. Da subito il trio mediante questa composizione espone la completa miscela degli elementi e degli stili che caratterizzano l’album. Petricore è un terzinato che vede protagonista il basso sia per quanto riguarda l’esposizione tematica che per il solo. Una composizione che inizia con un pedale ostinato di chitarra su una singola nota al quale si contrappone il tema del basso decisamente narrativo mentre il groove di batteria strizza l’occhio al mondo afro. Nell’inciso il brano esplode in un arpeggio di chitarra che fa da tessuto armonico al lirico tema di basso. Nella coda il trio si lascia andare ad un’improvvisazione che vede il basso e la batteria giocare intorno alla chitarra che riprende l’ostinato iniziale.
L’avvistamento sintetizza il lato del trio più legato al mondo dell’elettronica. Con una sonorità più scura rispetto ai due precedenti, presenta un importante utilizzo dei synth, dei loop e di diverse chitarre con suoni differenti, dal dry al reverse al suono synth-mono. Il tema, vicino al mondo del cinematic, si muove su un tessuto fatto da drum-machine, loop e sintetizzatori. In questa composizione è possibile avvertire l’influenza del mondo elettronico e di band come i Massive Attack.
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