Un progetto in cui il jazz e la musica classica si fondono con il rock, la musica elettronica in un viaggio e in una sperimentazione continua. Questa l’essenza di Orpheus In The Underground, secondo disco del trio formato da Riccardo Barba al piano e sintetizzatori, Nicola Ziliani al contrabbasso e Federico Negri alla batteria in uscita il 28 marzo 2022 per l’etichetta Emme Record Label. In questo nuovo lavoro, uscito dopo l’album d’esordio intitolato Too Many Keys, il gruppo ha cristallizzato i risultati della sua ricerca. Questo progetto, infatti, nasce da influenze che provengono dal jazz e dalla musica classica e si spinge verso i territori del rock e dell’elettronica, consolidandosi in una struttura di concept album, ricco di voci e sonorità cangianti. Non a caso uno dei tratti distintivi della band è la ricerca sonora rivolta alla sperimentazione elettronica e alla contaminazione tra elementi strutturali della musica classica. Un cammino che prosegue verso la musica rock e verso l’innesto di sintetizzatori ed elettronica, partendo dalla classica formazione del piano trio. I tre strumenti si fanno strada tra suoni acustici e distorsioni elettriche di diverso tipo; sintetizzatori e sequencer si inseriscono nell’album come voci aggiunte e in una delle tracce. Il disco si compone di brani originali di Riccardo Barba, un brano della band americana Au Revoir Simone e Nimrod dalle Enigma Variations di Edward Elgar.
Orpheus In The Underground apre questo viaggio con i suoni della London Underground incorniciati da scariche elettriche e sintetizzatori. Un brano dal carattere aggressivo e deciso che si muove tra accelerazioni e brusche frenate e che rappresenta l’inizio di questo viaggio sotterraneo. Ricercare (Tema – Fuga a 4 – Ripresa) richiama l’antica forma del Ricercar rinascimentale; il Tema sinuoso si basa sulla solida sezione ritmica e si fa strada fra i toni e le possibilità armoniche che racchiude in se stesso. Maida Vale Night Rhyme si presenta come un’oasi nell’ideale viaggio sonoro di Orpheus in the Underground. Un decimino misto di archi, fiati e timpani che apre le porte al trio, questa volta impreziosito dalla tromba di Fulvio Sigurtà. Things Indifferent è il pezzo che ha sancito l’inizio della nuova sperimentazione del trio, tra musica classica, minimale e improvvisazione. È un brano dal carattere urbano, notturno con una notte ricca di luci, movimento e impressioni diverse. Toccata (At the Close) chiude il disco con un ultimo viaggio sotterraneo della band. Anche qui, il titolo richiama un’antica forma di composizione musicale in cui il pianoforte disegna rapidi passaggi sopra a un serrato schema ritmico.
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