Un disco dinamico e allo stesso tempo essenziale, caratterizzato da un fraseggio moderno che spesso affonda le radici nella tradizione jazzistica e classica. Si presenta così Spooky Action, disco d’esordio dei Quasar che, vincitori del premio Fara Music Jazz Live del 2019, pubblicano il 25 giugno 2020 il loro disco d’esordio per l’etichetta Emme Record Label. La band si forma proprio nel 2019 all’interno della fondazione Siena Jazz ed è il risultato dell’incontro tra le idee compositive del sassofonista Giulio Ottanelli e quelle del chitarrista Mario Petronzi, che fanno affidamento ad una ritmica oramai consolidata composta da Francesco Tino al basso elettrico e Mattia Galeotti alla batteria. Una formazione molto coesa che unisce in maniera elegante e raffinata il sound elettrico della chitarra e del basso con quello acustico prodotto dal sax e dalla batteria. In questa band passato e presente si incontrano legando il sound del jazz contemporaneo con quello della tradizione con interessanti incursioni verso la musica classica del periodo tardo romantico. Le strutture dei brani sono studiate nei minimi dettagli e le improvvisazioni trovano spazio in momenti prestabiliti, mai lasciati al caso. In questo modo il vero protagonista non è il singolo musicista ma l’interplay e la coesione dei musicisti.
Il disco si apre con Spooky Action brano in tempi dispari diviso in due parti, la prima più serrata e la seconda più larga con un accompagnamento ritmicamente più denso. L’improvvisazione si libera da questa struttura attraverso un sax che nel tema si fonde con la chitarra, generando quasi il timbro di un nuovo strumento. Hypothermia una composizione la cui armonia richiama la musica tardo-romantica: è caratterizzata da una poliritmia che si estende per tutto il tempo e che rende la successione delle note fluida e continua. Il climax si raggiunge nella seconda parte del brano con un aumento della densità ritmica, passando dal 5/4 della A al 5/8. Somewhere Else è il brano che più si avvicina alla tradizione jazzistica americana, con elementi compositivi della musica di Ravel (in particolare la “pavane pour un enfant defunte”). In questo arrangiamento, le linee melodiche suonate da basso, chitarra e sax si fondono in un’unica tessitura armonica. Zelda’s Trip è una composizione che si sviluppa attraverso tre macro sezioni, evidenziate dall’andamento dinamico: la prima espone il tema e giunge ad uno svuotamento di tutti gli strumenti. La chitarra, da sola, funge da transizione alla seconda sezione; da qui parte un crescendo che raggiunge il suo massimo nel solo di sax. Poi, improvvisamente, si passa al duo rubato di chitarra e sax che prosegue fino alla coda, dove si ricollega alle sonorità iniziali.