Una batterista sul podio, in attesa de “Il Labirinto dei Topi” #news
Il 20 Dicembre sarà in distribuzione per la Emme Record Label “Il labirinto dei topi” il singolo che anticipa l’uscita dell’album omonimo di Francesca Remigi, neo vincitrice di Nuova Generazione Jazz 2021. Francesca, batterista e compositrice di origini lombarde, è a capo di una super band, la Archipélagos, costituita da musicisti provenienti da diverse parti del Mondo. Ne abbiamo approfittato per fare quattro chiacchiere con lei.
Ciao Francesca, innanzitutto complimenti per il tuo “Il labirinto dei Topi”. Che sensazioni hai a poche ore dalla pubblicazione del singolo?
Sono estremamente soddisfatta di poter finalmente presentare un progetto di cui vado molto fiera e che credo ben rispecchi le mie caratteristiche di musicista e compositrice. Quest’album rappresenta il risultato di anni di studio e di ricerca identitaria sia da un punto di vista musicale che personale, che non vedevo l’ora di condividere con il “mondo”. Con questo biglietto da visita spero di iniziare a farmi conoscere nella scena jazz italiana e internazionale, anche se non nascondo di avere un po’ di incertezze per come l’album verrà accolto. Ammetto anche di provare una sensazione di estremo sollievo sapendo che la corsa alla release è quasi terminata: sono stati davvero mesi di intenso lavoro, sia da parte dello staff dell’etichetta, che da parte della grafica, dell’ufficio stampa, dei fonici. Tuttavia il mio più grande ringraziamento va a quegli incredibili musicisti che mi hanno accompagnata in questo lungo percorso, dimostrando una dedizione rara e un entusiasmo straordinario. Oggi non saremmo qui a parlare di questo nuovo singolo se non fosse per loro.
Un progetto che ti vede a capo di una band di musicisti europei di grande talento. Come nasce l’idea di Archipélagos?
Archipélagos è un progetto nato a Bruxelles nell’aprile 2019, con l’intento di sperimentare un mio nuovo repertorio costituito da brani ritmicamente complessi e ispirati ai miei studi nell’ambito della musica carnatica indiana. Già da qualche anno collaboravo stabilmente con la sezione ritmica formata da Ramon van Merkenstein al contrabbasso e Simon Groppe al pianoforte, alla quale ho deciso inizialmente di affiancare il clarinettista Federico Calcagno, virtuoso musicista altrettanto interessato al mondo della musica carnatica e della musica classica contemporanea. Nell’estate 2019, durante una residenza artistica presso il Banff Centre for the Arts and Creativity (Banff – Canada), ho avuto la fortuna di collaborare con un formidabile trombettista australiano di nome Niran Dasika, che sarebbe venuto in Europa per qualche mese all’inizio del 2020. Ho preso subito la palla al balzo ed organizzato un tour e la registrazione dell’album presso il Tube Recording Studio per il marzo 2020, successivamente alla vincita del contest All You Have To Do is Play 2019 lanciato dall’etichetta Emme Record Label. La cantante Claire Parsons si unisce alla band nel Novembre 2019, rivoluzionando totalmente le sonorità del gruppo: Claire non solo introduce nuovi elementi effettistici legati all’elettronica, creando così atmosfere aleatorie e sognanti, ma riporta la musica sul piano dell’umano, sensibilizzando l’ascoltatore tramite testi dall’efficace potere evocativo e dal profondo impegno sociale. Infatti molte delle composizioni proposte traggono ispirazione da alcuni scritti di sociologi e storici fra cui Noam Chomsky, Zygmunt Bauman, Roberto Saviano, Samuel Huntington e William McNeill, con l’obiettivo di esprimere tramite la musica alcune delle nozioni chiave del loro pensiero, come la liquidità delle relazioni sociali, il decadimento della società contemporanea, la crisi dell’economia capitalista legata all’idea di libero mercato, l’evoluzione della criminalità organizzata, l’acutizzarsi di un individualismo sfrenato e onnipotente… Il nome della band Archipélagos vuole rappresentare un tentativo di aggregazione di individui tramite la musica, e di sperimentazione di percorsi di denuncia sociale alternativi tramite le arti.
È stato un anno complesso anche nella realizzazione del progetto tra voli annullati, riorganizzazioni last minute. Quanto hai dovuto faticare per portarlo a termine?
Partendo dal presupposto che il 2020 sia stato l’anno più sbagliato per pianificare la registrazione di un disco, devo ammettere che il processo di realizzazione di questo progetto sia stato abbastanza logorante e gravoso. Inizialmente le date per la registrazione del disco presso il Tube Recording Studio erano state fissate per marzo: onestamente non mi ricordo più quante volte abbiamo tentato di riprogrammare le registrazioni durante la prima ondata, ma so solo che ho avuto qualcosa come 25/30 voli cancellati o modificati. Credo che fino al 12 luglio non fossi nemmeno sicura che il 13 ci saremmo effettivamente presentati in studio a Fara in Sabina. Un’altra enorme fonte di preoccupazione sono state le registrazioni a distanza: il trombettista infatti, che era riuscito a rientrare in Australia prima del lockdown totale, non ci ha potuti raggiungere in studio a luglio, ma ha voluto comunque partecipare al disco registrando le sue parti da casa. Per fortuna tutto è andato per il verso giusto, e sapendo di aver intrapreso una vera e propria odissea dal punto di vista organizzativo e logistico sono più che soddisfatta del risultato ottenuto con questo album.
Cosa ti aspetti per il 2021? Intanto congratulazioni per Nuova Generazione Jazz, a dimostrazione che la caparbietà e il duro lavoro vengono ripagati.
La vittoria di Nuova Generazione Jazz 2021 è arrivata come un fulmine a ciel sereno! Non mi aspettavo proprio di essere selezionata tra i 6 vincitori di questo bel progetto, anche perché non avevo alle spalle alcun festival jazz italiano che raccomandasse Archipélagos per questo concorso promosso da I-Jazz. Quindi è stata proprio una bella sorpresa, e sono veramente orgogliosa che il mio nome appaia a fianco di quello di altri giovani musicisti talentuosi, nonché amici e colleghi tra cui Federico Calcagno, Anais Drago e Fabio Giachino. Avendo vissuto all’estero per gli ultimi 4 anni, la mia speranza è che Nuova Generazione Jazz mi permetta di farmi conoscere nella scena jazz italiana, ponendo le basi per la creazione di nuovi contatti e collaborazioni nel mio Paese, che ritengo proponga un ventaglio di personalità musicali molto interessanti e di proposte artistiche creative ed alternative. Covid permettendo, questo 2021 dovrebbe anche essere l’anno della mia partenza per gli Stati Uniti: a marzo dell’anno scorso ho vinto una borsa di studio per frequentare un master di un anno presso il Berklee Global Jazz Institute (Boston), diretto dal pianista Danilo Pérez. A causa del Covid, da inizio settembre ad oggi ho seguito lezioni online con alcuni dei giganti del nostro settore (John Patitucci, Joe Lovano, Danilo Pérez, Kris Davis, Adam Cruz e molti altri). Tuttavia la mia speranza rimane quella di riuscire a partire un giorno, e se non sarà per ultimare questo master data l’attuale pandemia, magari sarà per un Internship, un Phd o per un’esperienza lavorativa negli States in futuro. L’America è sempre stato il mio sogno nel cassetto, e ad essere sincera al momento mi sento ancora troppo giovane per stabilirmi in un posto e restarci per il resto della vita, per cui penso che continuerò a vagabondare ancora per qualche anno. Cerco comunque di non farmi troppe aspettative e di non programmare a lungo termine data la situazione precaria che l’umanità intera si trova attualmente a fronteggiare.
In attesa del 20 Dicembre, giorno di uscita del singolo, per saperne di più su Francesca, di seguito i suoi SOCIAL: