KNUP è l’anagramma di Punk… #intervista
La vostra è musica che difficilmente si presta al “commercio”, nel senso che è un genere molto vicino al jazz e alla sperimentazione prog e lontano dal pop
“radiofonico” diciamo, nonostante siano chiare delle linee melodiche che rendono facile
l’ascolto dell’ album a tutti.
Quali sono gli artisti prog e jazz a cui vi rifate maggiormente? Se ce ne sono…
Ce ne sono diversi sicuramente; riguardo al progressive gruppi come i King Crimson e i Genesis, ma anche band nostrane come gli Area e i Perigeo, hanno avuto una grande influenza soprattutto su Fabrizio, il pianista.
Per quanto concerne il jazz, invece, sicuramente un gruppo fondamentale per noi sono i The Bad Plus, trio newyorkese contemporaneo, ma anche gli Esbjörn Svensson trio o il gruppo di Avishai Cohen, contrabbassista israeliano.
Guardando più al passato, un certo jazz d’avanguardia come quello di Ornette Coleman o di Eric Dolphy o il cosiddetto punk jazz di John Zorn, fanno decisamente parte del nostro background.
(Thanks to Alfredo Cannizzaro, “A new hope Webzine”)